Via Roma, 3, 23036 Teglio SO
Il vasto promontorio di Teglio è stato frequentato dall’uomo almeno dal III millennio a.C., come dimostrano incisioni e reperti preistorici rinvenuti in gran numero: di eccezionale rilevanza le stele incise dell’Età del Rame esposte nell’Antiquarium Tellinum di Palazzo Besta.
Il suo terrazzo naturale, pieno di sole e di prati coltivabili, discosto dal fondovalle e facilmente difendibile, ha sempre garantito ideali condizioni di sopravvivenza, ragion per cui Teglio è stata abitata con continuità dalla Preistoria in avanti. Prova viene dalle chiare tracce di insediamento romano rinvenute alle spalle della chiesa di Santa Eufemia, sotto l’Hotel Combolo. Sulla sommità del colle svetta la “Torre de li beli miri”, elemento superstite di un perduto antichissimo castello, assunta a simbolo di Teglio che, per la sua importanza e centralità geografica, avrebbe dato il nome alla valle (Tellina Vallis o Vallis Tellina).
Fondata ai tempi della prima evangelizzazione della valle (V-VI secolo), Santa Eufemia sorge sui resti di ben tre edifici. L’attuale impianto a tre navate appartiene a quello romanico consacrato nel 1117 dal vescovo Guido Grimoldi. Trattandosi della parrocchiale del paese, la chiesa è stata via via ammodernata e conserva arredi di ogni epoca e stile.
La facciata non ha eguali in provincia. Il suo aspetto tanto peculiare si deve soprattutto agli elementi aggiunti all’inizio del Cinquecento: il rosone marmoreo, il protiro retto da slanciate colonne e lo splendido portale maggiore che accoglie, nella lunetta, il gruppo scultoreo di Cristo che emerge dal sepolcro, fra Maria e Giovanni. I graffiti geometrici in stile rinascimentale sono invece degli anni Trenta del Novecento.
L’edificio non è dedicato alla Vergine, ma al centro del rosone è scolpita una dolcissima effigie della Madonna col Bambino e internamente si ravvisano diverse testimonianze di fede mariana. La cappella in testa alla navata destra era già dedicata alla Madonna del Rosario nel 1117; oggi è arredata da un altare neoclassico in marmo (1782). Sul medesimo lato, la fiancata ha restituito affreschi rinascimentali di sapore devozionale, tra cui due Madonne in trono col Bambino.
Lo spazio mariano di più recente formazione è la prima cappella di sinistra, eretta nel 1731 per la confraternita dei Disciplini, che aveva come patrona la Madonna Immacolata. Detti “Bianchi” per via del colore della divisa, i Disciplini disponevano già di un proprio oratorio dirimpetto alla chiesa, tuttora detto Oratorio dei Bianchi. Da lì proviene l’altare ligneo che arreda la cappella, su cui campeggia una bella statua dell’Immacolata.