Via Adda, 38, 23017 Paniga SO

La chiesetta della Madonna delle Grazie è stata benedetta nel 1866, quando Paniga contava poche case raggruppate ai piedi della Colma di Dazio, che segna il confine tra la bassa e la media Valtellina.

La gente preferiva di gran lunga i nuclei storici sparsi sul versante, come Campovico Desco o Dazio, dove la terra dava buon frutto senza essere esposta ai capricci del fiume. Di tanto in tanto i contadini scendevano comunque per coltivare i pascoli di fondovalle. E poi c’era l’Adda con le sue pescaie, veri e propri sbarramenti per la cattura delle trote che dal lago risalivano il fiume in cerca di cibo e per deporre le uova.
Paniga era dunque abitata da contadini e pescatori, e la vita di contrada si svolgeva tutta qui, tra la bottega del Prestino (panettiere), la fontana, il lavatoio coperto e questa minuscola chiesa dimensionata secondo la bisogna.
Nel corso del Novecento le attività produttive si sono insediate sul fondovalle e con l’aumento della popolazione si è avvertita l’esigenza di costruire un moderno edificio religioso, consacrato nel 1979.
Da quando esiste la chiesa nuova, per la gente del posto questa è la gèsa vèsgia.

L’edificio sorge lungo la Via Valeriana, antico tracciato che qui si teneva a ridosso dell’aspro versante. La semplicissima facciata volge a nord e prospetta su un piccolo sagrato; due finestrelle consentono di spiare all’interno. La scritta a grandi lettere subito dichiara le generalità della chiesa: “BENEDETTA 19.11.1866 / DEDICATA ALLA / B.V. DELLE GRAZIE”. Sopra l’ingresso, entro apposito incasso nella parete, è affrescata la materna effigie della Madonna col Bambino tra monti innevati (1867).


Entrando, si respira l’atmosfera domestica di un tempo perduto. 
Sopra i gradini dell’altare, una graziosa edicola in legno dipinto a finto marmo ospita la statua in legno dell’Immacolata che prima occupava la nicchia sopra la porta del campanile. Lo spostamento è avvenuto quando, inaugurata la nuova chiesa, si è pensato di trasferirvi il piccolo quadretto della Madonna del latte che stava esposto dentro l’edicola.
Le statue del Sacro Cuore di Gesù e di San Giuseppe sono doni di paesani devoti. L’impronta più originale è però quella lasciata da chi, per esprimere gratitudine alla Madonna, ha fatto comporre con un tubo di neon la scritta G[razia] R[icevuta] e l’ha posizionata in bella vista sopra l’edicola, tra due increduli puttini. 
Qui si celebra raramente la santa messa, ma l’uscio è sempre aperto per chi desidera sostare in raccoglimento.