Piazza Cavour, 18, 23032 Bormio SO

72 chilometri nel verde, per raggiungere il santuario della Madonna di Tirano.

 

La Via orientale del Cammino mariano delle Alpi comincia nel cuore di Bormio, ai piedi del Monte Réit e della Torre Civica che intorno al quadrante dell’orologio esibisce con fierezza la croce bianca su fondo rosso, emblema del Comune.

Piazza del Kuèrc prende nome dall’iconica struttura coperta (Copertum novum) che serviva per la pronuncia delle sentenze e per le adunanze del popolo. È una delle piazze più riconoscibili della Valtellina e il suo fascino risiede proprio nella sua irregolarità e nel piano inclinato, delimitato da edifici storici. 
In posizione sopraelevata si staglia la collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, di origine altomedioevale, madre di tutte le chiese sparse nella vasta pieve di Bormio che comprendeva le vallate di Valfurva, Valdidentro, Valdisotto e persino la lontana valle di Livigno

Poco o nulla si conosce del primo edificio con battistero annesso, trasformato verosimilmente dopo il Mille in una grande chiesa a tre navate che ancora esisteva nel 1621, quando un incendio causa danni irreparabili. La ricostruzione è affidata al ticinese Gaspare Aprile, capomastro molto richiesto nella Valtellina di quegli anni per la sua capacità di progettare chiese di impostazione controriformata. 

Dalle ceneri di una struttura a tre navate sorge dunque una tipica chiesa barocca ad aula unica con cappelle laterali e profondo presbiterio, impostata però sui muri perimetrali preesistenti, la cui solidità non era stata compromessa dalle fiamme.
Appartengono alla precedente chiesa gli ingressi tamponati riportati in luce con il restauro, e proprio uno di questi conserva nella lunetta una delle immagini mariane più antiche del complesso: una lacunosa Madonna col Bambino fra i santi Gervasio e Protasio, databile alla fine del Trecento. 

Altro granello di Medioevo sfuggito al setaccio del tempo è il suggestivo passaggio coperto che unisce la chiesa alla canonica. La bassa volta è rivestita da affreschi dominati da un Cristo in mandorla, ma il ciclo comprende anche la scena dell’Annunciazione e una delicata Madonna del latte (1393).

All’interno le numerose cappelle laterali sono espressione del protagonismo di famiglie e confraternite e offrono un campionario dei culti locali e della produzione di altari di età barocca. Sotto l’organo si conserva il gruppo ligneo del Compianto sul Cristo morto (1647), opera dell’intagliatore locale Giovan Pietro Rocca.

Anche la collegiata di Bormio, come molte altre chiese di Valtellina e Valchiavenna, ha avuto la sua “Madonna vestita”. Il manichino ligneo stava sull’altare del Rosario ed è stato rimosso quando fra Otto e Novecento questa tipologia di simulacro è entrata in disgrazia. Restaurato di recente, è custodito sopra la “Sala colonne” adiacente alla chiesa, insieme a molti altri arredi e suppellettili in disuso, tasselli preziosi della storia di Bormio e delle sue chiese.