Via Per Premadio - 23038 Premadio (SO)
San Gallo sorge isolata nella piana tra Bormio e Premadio, lungo la strada regale diretta al passo di Fraele.
La sua sagoma è molto riconoscibile per l’accentuato spiovente del tetto e il campanile alto e snello, con terminazione a cuspide. L’attuale impianto risale alla fine del Quattrocento, la chiesa ha però origini ben più antiche, avvolte nel mistero.
Inizialmente era una cappella ad aula unica absidata, alle dipendenze della chiesa pievana di Bormio. Le fondamenta sono state rinvenute sotto il pavimento, qualche muro si è tuttavia conservato anche fuori terra: verso il cimitero sopravvive la fiancata, mentre accanto al lacunoso affresco di San Sebastiano è stato individuato l’attacco dell’abside semicircolare, con lacerti pittorici in stile romanico riferibili al tardo XI-inizio XII secolo.
L’edificio viene ampliato verso il 1480 per servire le contrade di Premadio Molina e Turripiano che nel 1467 avevano dato vita a una parrocchia autonoma, staccandosi da Bormio. Per assicurare una maggior capienza, sopra l’ingresso viene realizzata una loggia per gli uomini; verso i prati si sviluppa l’area cimiteriale con l’abitazione del parroco, demolita nel 1844.
Nel pieno del fervore devozionale conseguente al nuovo ruolo, nel 1482 le pareti della chiesa si vestono di nuovi colori: i brani pittorici giunti sino a noi lasciano immaginare una decorazione su doppio registro, con i santi collocati entro finte nicchie in legno dal profilo superiore a tre lobi, come in un polittico ligneo tardogotico di gusto tirolese, e a ben guardare sono di foggia gotica anche le bifore dipinte da cui proviene la luce azzurrognola su cui si stagliano i personaggi sacri.
Il medesimo gusto permea l’immagine del “beato” Simonino disteso esanime su un altare accanto agli strumenti della tortura, mani e piedi legati, la sciarpa stretta intorno al collo. Il fanciullo era stato ucciso a Trento pochi anni prima, nel 1475, e la colpa addebitata alla comunità ebraica. La vicenda ha avuto grande eco e il culto del “beato” Simonino si è diffuso rapidamente anche nel Bormiese tramite i predicatori francescani e grazie alla circolazione di stampe illustrate.
Per un paio di secoli i fedeli gravitano sulla chiesa di San Gallo, che si riempie di altari e nel 1631 viene dotata di un presbiterio ampio e luminoso. La distanza dai villaggi rappresenta tuttavia un problema, ragion per cui nel Seicento il parroco sposta la sua residenza a Premadio e finisce per celebrare nella chiesa di San Cristoforo, anche se il titolo parrocchiale vi sarà trasferito solo nel 1833. La graduale perdita di funzioni condanna San Gallo alla marginalità. Il compito di far memoria dell’intitolazione al monaco irlandese Gallo è oggi affidato a una moderna statua.