Largo Stella Fermo, 3, 23100 Sondrio SO

La chiesa della Beata Vergine del Rosario viene costruita tra il 1954 e il 1960 per rispondere alle esigenze di un quartiere di nuova urbanizzazione, che nel secondo dopoguerra vede sorgere diverse case popolari ai margini di viale Milano e lungo l’argine del torrente Mallero.

Il progetto, a firma dell’ingegnere Enrico Tirinzoni di Sondrio, muove da un nuovo modo di guardare al tema del luogo di culto, ormai interpretato come “centro parrocchiale” dotato di servizi.

Nel 1954 la posa della prima pietra viene vissuta dalla cittadinanza come un omaggio a monsignor Giovanni Tirinzoni (zio del progettista) nel 25° del suo ingresso in città come arciprete.

 

Da subito e nei decenni a seguire il cantiere si apre all’apporto di artisti, valtellinesi e non, che trovano qui occasione per cimentarsi con la produzione a soggetto sacro. L’edificio è dunque un piccolo scrigno d’arte contemporanea.

Sulla soglia se ne ha subito un assaggio: sopra l’ingresso sono allineati cinque bassorilievi in bronzo dello scultore G. Abram di Delebio, autore anche di quattro busti di Profeti collocati, all’interno, sui primi pilastri della navata centrale. Il portone è ricoperto da lamine metalliche incise e sbalzate nel 2010 da Leone Betti di Tresivio.

L’interno conserva opere di Renzo Sala: la tela con l’immagine di San Giovanni Battista, esposta nella cappella battesimale, e una raffinata Via Crucis composta da semplici pannelli con la numerazione, integrata successivamente da una Via Crucis ad intarsio ligneo, eseguita da Giorgio Squarcia su disegno di Floriana Palmieri Frizziero e Guido Bellini Bressi. 

L’intervento più compiuto si deve alla grande scultrice Lydia Silvestri, originaria di Chiuro, che per l’area presbiteriale realizza in bronzo l’altare, i candelieri, il tabernacolo, i porta lampada, il rivestimento dei gradini e la statua della Madonna del Rosario (1963), collocata in alto sulla parete di fondo. Suoi anche i mosaici a pavimento in tessere marmoree policrome: tante croci allineate con ordine, identiche nelle dimensioni ma differenti nei decori geometrici e astratti, che nulla concedono al figurativo se non qualche cenno a un’idea stilizzata di calice eucaristico. 

Fra tante espressioni d’arte contemporanea, si fa notare una grande tela di gusto barocco esposta nei pressi dell’organo: raffigura la Madonna del Rosario tra santi (1637-38) ed è opera dei fratelli Giovan Battista e Giovan Paolo Recchi di Como, esponenti di una bottega a conduzione familiare attivissima tra Piemonte, Canton Ticino e Lombardia.