Piazza Cavour, 18, 23032 Bormio SO
72 chilometri nel verde, per raggiungere il santuario della Madonna di Tirano.
72 chilometri nel verde, per raggiungere il santuario della Madonna di Tirano.
Bormio è suddivisa in cinque “reparti” e Combo è l’unico sulla sponda sinistra del Frodolfo, il torrente che in passato ha fornito l’acqua necessaria per irrìgare i campi e la vasta piana dell’Alute.
Dopo aver attraversato il ponte sul Frodolfo e il paese di Sant’Antonio, il Cammino mariano disegna un tornante e fa ritorno a Bormio attraverso i pascoli ai piedi della Réit, compresi entro il Parco Nazionale dello Stelvio.
Nel 1660 il capomastro trentino Stefano Panizza lascia la vicina Val di Sole per trasferirsi in Valtellina al seguito del suocero.
San Gallo sorge isolata nella piana tra Bormio e Premadio, lungo la strada regale diretta al passo di Fraele.
La tradizione riferisce di molte apparizioni mariane in terra di Lombardia, assai nota quella di Caravaggio dove la Madonna si manifesta il 26 maggio 1432 a una contadina di nome Giannetta.
Sul finire del Medioevo quasi ogni villaggio del Bormiese si dota di una chiesa.
Superata l’area della frana e la stretta di Serravalle, lo sguardo ritrova un ambiente naturale di particolare fascino.
La chiesa più importante di Sondalo è intitolata a Santa Maria Maggiore.
Tiolo sorge lungo l’antica direttrice di valle, nel punto in cui si staccava una delle mulattiere dirette al passo del Mortirolo (1852 m), battuto per secoli da chi aveva la necessità di portarsi in Valcamonica e da lì raggiungere Brescia o Venezia e, in direzione opposta, da chi intendeva venire in Valtellina o nei Grigioni dai vasti territori della Repubblica Veneta.
A Grosio si fa ancora “vita da paese” e la via principale allinea negozietti e bar davanti ai quali i Grosini da sempre amano far capannello.
Nel corso del Quattrocento i Grigioni premono da nord per avere il controllo dei passi e conquistare la Valtellina, terra rinomata per il suo vino, corridoio verso il lago e la pianura padana.
In questo tratto di valle una fitta vegetazione ricopre entrambi i versanti.
Dai castagneti sopra il paese, la chiesa di Sant’Alessandro continua a vegliare sugli abitanti di Lovero e il suo riconoscibile profilo è ormai patrimonio dell’intera area.
Il fertile conoide di Sernio, generato da una enorme frana di età remotissima, è servito da strade interpoderali che in tempo di raccolta delle mele sono tutto un via vai di trattori carichi di cassoni di pregiata frutta.
La chiesa di Santa Maria di Mazzo fa parte di un’area sacra di grande interesse, la sola in provincia a conservare evidenti testimonianze della prima cristianizzazione della valle (VI-VII secolo).
Il luogo è quello indicato dalla Vergine, apparsa al tiranese Mario Omodei il 29 settembre 1504: un luogo lontano dal borgo fortificato, strategico crocevia di strade ai piedi dell’antica chiesetta di Santa Perpetua che domina l’ampia conca di Tirano dalla sommità di un dosso disegnato dalla geometria dei vigneti.